Ticino terra di contrasti


La posizione geografica di passaggio centrale tra Nord e Sud ha marcato profondamente la storia del Ticino. La lunga permanenza dei popoli celtici in contatto con la civiltà etrusca ha lasciato un impronta profonda, tanto che moltissimi nomi di luoghi e parecchie parole dei dialetti locali hanno questa origine. Gli attuali villaggi e le vecchie chiese ticinesi corrispondono ai primi insediamenti e ai luoghi di culto di quei tempi remoti. Le vie di comunicazione verso i valichi alpini hanno contribuito ad animare la vita di queste valli con momenti di dura sottomissione coloniale alternati a brevi ma intense esperienze di autonomia locale e regionale.

La storia medievale del Ticino è caratterizzata dall’emigrazione stagionale degli uomini verso i maggiori centri italiani ed europei che permetteva di completare le scarse risorse economiche locali provenienti da un’agricoltura poco redditizia per le condizioni difficili del territorio. Questa emigrazione ha favorito un ricco scambio interculturale e parecchi emigranti ticinesi hanno lasciato la loro impronta quali architetti in città come Roma, Venezia, Milano, San Pietroburgo, Parigi, ecc.

Nel 2003 la "Repubblica e Cantone Ticino" compie i 200 anni. Fino al 1803 su questo territorio, passato nel corso del Medio Evo da un alternanza di sottomissione ai Signori di Milano e Como a un regime di pseudo libertà amministrata dai Cantoni svizzeri, si è sviluppato un sistema di organizzazione sociale le cui caratteristiche sono molto simili ai classici regimi coloniali che ritroviamo in parecchie regioni del cosiddetto terzo mondo. Uno degli aspetti più importanti di questo sistema è quello del clientelismo locale. Concretamente significa che il rapporto tra il singolo abitante e il potere esterno avviene tramite degli intermediari scelti tra la popolazione locale per la loro conoscenza dettagliata della realtà locale.

Nonostante 200 anni di democrazia, il clientelismo resiste tutt’ora. Ai Signori lombardi e ai Landvogti svizzeri si è sostituito il potere economico e gli intermediari locali di una volta, sono diventati i politici di oggi.

La seconda metà del novecento rappresenta una svolta storica notevole. Se da un lato le valli e le zone più discoste hanno visto un drastico esodo della popolazione e, in certi casi, la quasi totale sparizione delle attività agricole e forestali, dall’altro lato gli insediamenti situati sull’asse Chiasso-San Gottardo sono diventati luogo di immigrazione e di rapido sviluppo economico. Il benessere economico è stato così rapido da non permettere un processo di adattamento culturale alla popolazione autoctona ticinese, la quale si è trovata ad assumere rapidamente un modo di vita tipico di una società urbana pur restando inconsciamente profondamente ancorata al modo di pensare e all’immagine della società rurale tradizionale. Questa immagine duale è sfociata in una crisi di identità che continua tuttora e che viene accentuata dall’emigrazione di persone che provengono sia dall’area confederata, sia dall’Italia e recentemente anche dai paesi extra europei. Da questa sommaria analisi si può intuire quali tensioni potenziali si nascondono attualmente nella piccola comunità di 300'000 abitanti del Cantone Ticino.

Il territorio ticinese presenta una diversità climatica, geologica, paesaggistica e ambientale non facile da trovare in altre parti del mondo. Si va dal clima dei laghi, in cui cresce l’ulivo e maturano le arance, ai ghiacciai alpini. Si può ammirare la ricca flora tipica del terreno calcareo al sud e le montagne granitiche al nord con i boschi castanili, le pinete e i lariceti dell’area montana.

Il Malcantone è un piccolissimo fazzoletto di terra collocato tra il lago Ceresio e il lago Maggiore e confinante con l’aera collinare italiana di Varese e Luino. Pur non avendo sul suo territorio delle montagne superiori ai 2000 metri, riassume nel suo piccolo (20'000 abitanti, 76 kmq) buona parte dei paesaggi diversi che troviamo in Ticino. Da sempre quest’area ha avuto una propria identità. Ciò ha favorito la costituzione di associazioni regionali che si occupano del turismo, della storia e cultura (Museo malcantonese e Pro Malcantone) e dello sviluppo socioeconomico e territoriale in generale (Regione Malcantone). Questi enti contribuiscono tuttora a fare nascere una consapevolezza sempre maggiore sul valore che assume il territorio con i propri contenuti naturali, storici e culturali. Si cerca così di sviluppare nella popolazione una presa di coscienza dei problemi e delle potenzialità territoriali per farla diventare attore attivo di una gestione sostenibile del proprio paese.

Ticino terra di contrasti. Contrasti del paesaggio, contrasti della natura e del clima, ma anche contrasti nella sua evoluzione storica e all’interno della sua popolazione e struttura economica e sociale. Tutto ciò potrebbe essere letto e interpretato in chiave negativa e di minaccia per il futuro di questo piccolo mondo. Ma questo apparente caos, queste enormi tensioni racchiudono anche un grande potenziale di energia che, se capito bene in tutte le sue sfaccettature, può essere utilizzato, tenendo conto dei valori di base offerti da una natura e un paesaggio ancora stupendi, a favore di un altro sviluppo della nostra civiltà umana.

Daniele Ryser