Votazione del 22 settembre: chi approfitta veramente delle liberalizzazioni?


Il processo di liberalizzazione in atto da alcuni anni ha dimostrato chiaramente le numerose insidie che si nascondono qualora si lasci eccessivo gioco ai meccanismi della concorrenza sfrenata il cui scopo finale è unicamente la massimizzazione degli utili pecuniari a favore di una non ben definita cerchia di persone.

Anche nel caso della prossima votazione federale del 22 settembre sulla liberalizzazione dell’energia elettrica i sostenitori di questa nuova regolamentazione che non è altro che una deregolamentazione, cercano di demonizzare i principi che stanno alla base di un sano servizio pubblico con giustificazioni quali realismo e opportunismo nel contesto della competizione che si sta delineando a livello europeo e mondiale. Come in altre occasioni si cerca di fare apparire il tutto come una fatale tendenza contro la quale il singolo cittadino non può opporsi e addirittura ne potrà trarre solamente profitto.

La realtà è invece ben diversa e quanto è successo recentemente negli Stati Uniti dovrebbe essere sufficiente a far riflettere. Infatti le affermazioni che il prezzo dell’energia in Svizzera è superiore a quello europeo per cui in futuro l’energia sarà meno cara sono pura demagogia se non si considera anche la qualità della fornitura sia a livello del singolo utente, sia come copertura uniforme sul territorio. Come già capita in altri settori liberalizzati la diminuzione del prezzo porta inevitabilmente anche a una diminuzione della qualità in generale e, ciò che è più grave, a una disparità di trattamento sul territorio e tra i vari tipi di utenti. Per l’energia elettrica avremmo sicuramente una diminuzione degli investimenti per il mantenimento della qualità di fornitura nelle periferie del Paese per concentrali nei punti di maggior consumo o per far fronte ad azioni di dumping allo scopo di espugnare ulteriori mercati che spesso poi si verificano poco paganti (vedi Swissair).

Una delle caratteristiche del processo di deregolamentazione è anche quella di sfuggire sempre più al controllo democratico. L’energia elettrica è un bene troppo prezioso e troppo delicato anche per le sue implicazioni ambientali per diventare un semplice oggetto di competizione finanziaria. La mondializzazione di questo mercato rende aleatorie anche le misure di controllo nazionali e la privatizzazione delle aziende di distribuzione tenderanno sempre più a escludere i Comuni dalla loro gestione con il risultato di anteporre eccessivamente l’obiettivo dell’utile finanziario massimo alla qualità e omogeneità delle forniture sul territorio. Uno degli aspetti che va infine ricordato è che la produzione e distribuzione di energia elettrica diventa anche il supporto per impadronirsi di un'altra risorsa sempre più preziosa: l’acqua potabile. Pure da non trascurare è l’enorme potenziale quale collettore telematico e informatico che detiene la rete di distribuzione elettrica.

Come si può intuire un esito positivo della votazione del 22 settembre prossimo aprirà le porte alla privatizzazione delle risorse idriche e creerà le basi per un ulteriore concentrazione dei vantaggio e del controllo socio economico a favore di pochi e a scapito di una vera partecipazione democratica del cittadino oltre che dell’ambiente in generale. 

                                                                                                          Ing Daniele Ryser, Novaggio