Regolamento d’applicazione della LaLPR


Ruolo decisivo dei Comuni e degli Enti regionali per lo sviluppo, ma ….

Oltre 30 anni di cosiddetta “vecchia politica regionale” hanno dimostrato che laddove si è dato spazio e fiducia all’operato degli enti regionali e di riflesso ai Comuni, sono nate iniziative di sviluppo economico interessanti e decisive per il futuro di questi territori la cui valenza non è solo misurabile in termini quantitativi ma anche qualitativi sia sul piano socioeconomico che ambientale. Questo processo ha anche promosso la formazione di una presa di coscienza della popolazione quale attore diretto del proprio sviluppo. Con questo spirito, i rappresentanti dei Comuni hanno cercato, sin dall’inizio delle consultazioni, di dare il proprio contributo nell’impostazione della nuova politica regionale del Cantone Ticino, purtroppo non senza qualche difficoltà. Come nel caso del progetto di Legge di applicazione alla LPR che, solo dopo forti pressioni da parte delle Associazioni dei Comuni sulla commissione della gestione del Gran Consiglio, è stata impostata tenendo in dovuto conto il ruolo al fronte dei Comuni e dei loro Enti regionali, anche il Regolamento appena pubblicato non considera in modo sufficiente l’aspetto operativo sul piano regionale e locale della politica regionale. Questo fatto rappresenta una vera e propria involuzione nel processo di responsabilizzazione auspicato dalla stessa legge federale e si contraddice anche con la politica cantonale sulle aggregazioni. Consultati sul progetto di regolamento d’applicazione della LaLPR, i Comuni avevano formulato delle proposte che purtroppo sono state in buona parte ignorate, tra cui: Ø il ruolo di sportello unico degli ERS nella presentazione dei progetti, Ø la possibilità esplicita per gli ERS di assumere altri compiti nell’ambito dello sviluppo territoriale, Ø la libertà di azione e di autonomia delle Agenzie Regionali per lo Sviluppo (ARS) base essenziale quale supporto dinamico alle iniziative. Un aspetto positivo è invece quello che concerne il Decreto Legislativo, dove viene confermata la validità del sostegno ai microprogetti tramite un fondo messo a disposizione degli ERS. Da questa analisi critica si rileva la grande difficoltà, se non la paura, dell’Amministrazione cantonale a riconoscere l’importante ruolo degli attori politici regionali e locali e la mancanza di una cultura di collaborazione con il territorio che superi il tipico conflitto di potere denunciato anche dal prof Angelo Rossi nell’ambito della Piattaforma Stato Comuni. Credere che lo sviluppo della competitività del Canton Ticino possa essere garantito da alcuni uffici cantonali anche se supportati da specialisti e accademici, è pura illusione. A prova di questa constatazione vi è la forte reticenza ad allacciare contatti più frequenti e strutturati da parte della Sezione della promozione economica con i costituendi ERS che ha già evidenziato nella pratica i meccanismi perversi di un’applicazione molto burocratica e verticistica del regolamento di applicazione e alcuni progetti faticano a vedere la luce. Il pericolo che la politica regionale si traduca in uno sterile e costoso esercizio di lungaggini procedurali o porti a realizzare qualche cattedrale nel deserto non è da sottovalutare. L’attuale quadro della situazione non esige solo un adattamento formale del regolamento appena varato nel senso auspicato dai Comuni ma necessita anche un cambiamento di paradigmi sul piano della collaborazione tra i funzionari e gli attori pubblici e di interesse pubblico che operano sul terreno (Comuni, ERS, ecc.) in cui il lavorare fianco a fianco deve prevalere sulla fredda e burocratica applicazione dei vari paragrafi. I Comuni e i futuri ERS si aspettano un energico intervento della parte politica (Consiglio di Stato) in questo senso facendo diventare la politica regionale una reale opportunità di coinvolgimento e di responsabilizzazione degli attori sul territorio.

Daniele Ryser, Segretario regionale del Malcantone