Francisco Ferrer a Novaggio


I fatti
Francisco Ferrer viene fucilato a Bercellona il 13 ottobre 1909 A Novaggio 49 cittadini raccolgono una petizione in cui si propone di dedicare la piazza principale del Comune a Francisco Ferrer Il 13.11.1909 il Municipio prende atto della petizione e, pur ritenendo che tale richiesta non sia di sua competenza, la sottopone all’Assemblea comunale del 05.12.1909 dove i 53 cittadini presenti, dopo una discussione è vivace in cui vi è chi propone di dedicare la Piazza a Fausto Buzzi Cantone oppure al Prof Giuseppe Bertoli la petizione è accolta con 48 voti e 5 astenuti. Viene anche accolto il compromesso: dedicare la Piazza a Ferrer, la via Noga a Bertoli e la via Meguldin a Buzzi I promotori di questa iniziativa, vedendo che il Municipio non procedeva alla realizzazione della decisione del Legislativo, inoltrano una nuova petizione firmata da 37 cittadini agli inizi del 1911 in cui propongono di posare una lapide e indicano anche il testo da scolpire sulla stessa. Il Municipio prende atto di questa richiesta il 10.1.1911 e la sottopone all’Assemblea il 22.01.1911. La scritta è quella che si vede tutt’ora e segnatamente “A Francisco Ferrer di cui il corpo disfecero i preti ma il pensier non caduco vive e a dolci frutti appresta la scuola del popolo”. In quell’assemblea si propone anche di posare la lapide sulla facciata della casa comunale. Pietro Demarta (uno dei fondatori della Chiesa Evangelica di Novaggio e in quei tempi Segretario comunale) propone all’assemblea di respingere la petizione a causa del testo proposto che non è tollerante verso le religioni. La discussione è animata e la proposta di P Demarta viene respinta con 14 voti contro 38. Il 24.02.1911 il Municipio riceve un’altra petizione firmata da 40 cittadini che chiede di annullare la decisione dell’Assemblea del 22.01.1911. Il Municipio convoca l’Assemblea comunale il 27.02.1911 che con 74 presenti respingono la richiesta di annullamento con 45 voti contro 35 anche perché non conforme ai disposti del decreto del Gran Consiglio del 15.05.1901. Pietro Demarta ricorre contro questa decisione assembleare presso il Consiglio di Stato. Il Consiglio di Stato, dopo quasi un anno, respinge il ricorso e il Municipio ne prende atto il 17.01.1912. I promotori della lapide rappresentati da Antonio Gambazzi comunicano al Municipio di voler procedere alla posa della lapide il 18.01.1912 sulla facciata della casa comunale sotto la finestra della scuola elementare maschile (dove si trova tutt’ora). Pietro Demarta inoltra a fine gennaio 1912 un altro ricorso al Dipartimento degli Interni contro la decisione del Consiglio di Stato. Passa ancora quasi un anno e il ricorso viene respinto alla fine di dicembre 1912. Il Municipio comunica la decisone all’Assemblea che conferma con 46 voti contro 12 la prima decisione.

La tradizione orale
La lapide poteva essere finalmente posata ma anch’essa ha avuto le sue vicissitudini:
La tradizione orale dice che la lastra acquistata a Madonna del Piano è stata data a uno scultore di lapidi di Novaggio per l’iscrizione. Questi per paura di rappresaglie da parte dei clienti (aveva anche un’osteria) e della moglie scolpi un testo che non corrispondeva a quanto ordinato. Accortisi dell’inganno, i promotori della lapide hanno dato il lavoro a un altro artigiano di Aranno che è stato fatto sull’altra faccia della lapide. Le discussioni e le contestazioni su questa lapide non mancarono neanche in seguito.

Una constatazione personale
Questa lapide ha coinvolto direttamente anche il sottoscritto. Risale al 23.04.1949. In quel giorno giungeva in serata a Novaggio il corteo della Madonna Pellegrina (Madonna del Sasso). Una risoluzione Municipale adottata nei giorni precedenti inerente agli addobbi della Piazza indicava chiaramente che la lapide Ferrer non doveva essere nascosta. Il pomeriggio della processione, l’allora Segretario comunale intento a decorare la piazza, salendo su una scala si apprestò a coprire la lapide con una bandiera. Mia madre che era nel negozio di mia nonna proprio in faccia alla casa comunale, vide quello che stava succedendo e il suo spirito di libero pensatore la spinse a recarsi al piede della scala e afferrandola con violenza ad ordinare al Segretario di desistere dal coprire la lapide. Forse quel suo gesto impulsivo è stato lo stimolo a che nella prima mattinata del 24 aprile 1949 venissi al mondo. Per colpa di chi? di un pedagogo progressista e ancora oggi molto attuale nelle sue teorie e insegnamenti, intrisi di un forte senso di giustizia sociale? oppure della Madonna Pellegrina simbolo di quella componente femminile di cui solo oggi cominciamo ad accorgerci di aver dimenticato per millenni nel processo evolutivo della nostra cultura? oppure di tutti e due, quasi a significare che in fondo i messaggi di questi due personaggi sono i medesimi e che sta proprio alla nostra generazione fare in modo che queste due vie, finora apparentemente e ferocemente contrapposte, finalmente si incontrino per dare vita a una nuova era?

Daniele Ryser