Non si vive di sole finanze


Il programma di legislatura del Partito Liberale Radicale propone il riscatto etico della politica e promuove la responsabilità individuale e collettiva. Che non si tratta di sterili slogan lo si può dedurre chiaramente dagli obiettivi e dalle misure che seguono il preambolo scaturiti dall’intensa discussione del congresso di gennaio. Quanto viene proposto indica la volontà di ricercare un giusto equilibrio tra sviluppo economico, gestione sostenibile dell’ambiente, solidarietà e cultura. Focalizzare il discorso unicamente su poche tematiche come quella degli sgravi fiscali, dell’occupazione e del potenziamento delle infrastrutture facendo credere che l’attuazione di queste singole misure risolva automaticamente tutti gli altri problemi collegati alla socialità e sanità o al degrado ambientale o alla tolleranza tra gli uomini di culture diverse è troppo semplicistico. A che cosa serve avere un lavoro anche ben retribuito se ogni mattina lo si affronta come un peso demotivante? A che cosa serve poter acquistare dei beni di consumo il cui impatto sull’ambiente è tale da compromettere la sopravvivenza alle future generazioni? A che cosa serve avere un’offerta sociosanitaria frutto di una spietata concorrenza che poco valorizza il rapporto umano tra paziente e chi lo cura e massimizza l’impiego e il consumo di medicamenti o sofisticate tecnologie? A che cosa serve offrire una formazione di alto livello e ben diversificata aperta al mondo, se sul piano culturale si dimenticano le regole deontologiche e lo sforzo nel situare la nostra componente storico culturale locale in un contesto di tolleranza etnico religiosa sul piano globale? È ora di renderci conto che la sola contabilità finanziaria basata sulla massimizzazione degli utili non rappresenta una condizione sufficiente per garantire il futuro dell’umanità. Economia per il Ticino significa competitività e messa in rete del Paese tramite una nuova e dinamica politica regionale integrante le città con le proprie valli. Importante, se non decisiva, è la “contabilità del territorio” che non vuole essere protezionismo cieco ma uso cosciente, corretto e durevole del nostro ambiente e patrimonio naturale. Non possiamo più minimizzare davanti ai chiari segni che la natura ci manda ogni giorno. Il tempo per prendere delle misure efficaci sta per scadere. La nostra specie di homo sapiens è in pericolo e i crudeli meccanismi naturali della sopravvivenza tendono a prevaricare le regole basate su una convivenza democratica della società. Anche il cuore ha la sua contabilità che non è integralismo o ipocrita puritanismo ma è solidarietà sociale verso chi è meno fortunato, è rigoroso rispetto dei valori etici universali ed è capacità di dibattito, anche duro, ma finalizzato al raggiungimento di un convinto consenso. Questo è ciò che la popolazione ticinese si attende dai rappresentanti politici del PLR e degli altri partiti.

Daniele Ryser, candidato al Gran Consiglio