Sanità e socialità


Premessa
Quanto ti suggeriamo può esserti utile, ma più importante è che sia il tuo cuore guidato dalla tua ragione a parlare. Chi ascolta percepisce subito se quanto si dice è autentico o meno.

Situazione e tendenze nel settore sociosanitario
L’invecchiamento della popolazione è una delle cause maggiori che determinano il bisogno e i costi della sanità, ma anche della socialità. L’anziano tende ad essere considerato più un costo che una risorsa (fonte di esperienza). Un secondo aspetto è la difficoltà dei genitori nel dedicarsi ai propri bambini soprattutto nella primissima infanzia dove non subentrano ancora le istituzioni educative (1-3 anni). È ormai appurato che questi primi anni di vita sono decisivi per tutto il resto della vita. Fenomeni come l’abulimia, l’anoressia e la violenza giovanile si sviluppano proprio in questa prima fase della vita. Infine vi è la malattia che viene considerata come un impedimento che va al più presto represso e combattuto a livello di effetti dimenticando spesso di agire sulle cause primarie.

L’attuale sistema sociosanitario
In Svizzera e in Ticino abbiamo un sistema sociosanitario ben sviluppato. Lo Stato impiega una buona parte delle proprie risorse per questo settore. I pilastri del nostro sistema sociosanitario sono: - Le assicurazioni sociali (AVS/AI/IPG e II pilastro) - Gli istituti e i servizi socio sanitari - Le Casse Malati - Il volontariato e il benevolato Le diverse posizioni tra i partiti che esistono a livello federale non mettono mai in dubbio il principio dell’esistenza di queste componenti ma si focalizzano su aspetti di dettaglio. L’evoluzione di questi elementi della socialità e sanità è andata verso la ricerca di un mix tra pubblico e privato con la speranza che una sana concorrenza porti al giusto consumo di prestazioni e servizi e quindi anche al contenimento dei costi. In ogni caso, visto da una prospettiva più lontana, si può dire che nessun politico svizzero è disposto a rinunciare all’attuale sistema per adottare modelli di altre nazioni. Ciò dovrebbe relativizzare e ridimensionare molto le attuali contrapposizioni tra i vari partiti. Anche a poter aumentare sensibilmente i mezzi finanziari a disposizione della socialità e sanità, il problema del contenimento resta e va affrontato tutti assieme soprattutto a livello degli esecutivi cantonali individuando e agendo sui punti deboli del sistema.

Alcuni punti deboli dell’attuale sistema sociosanitario
Mancanza di una chiara visione di tutte le interconnessioni. Ogni problema è studiato nei suoi più piccolo dettagli ma non viene relazionato e contestualizzato con gli altri. Ciò porta ad adottare soluzioni settoriali senza rendersi conto dei possibili effetti collaterali negativi che mettono in crisi altri aspetti. Un esempio lampante lo abbiamo nella contrapposizione tra le politiche delle Casse Malati e le politiche di Cantoni nei confronti degli attori sociosanitari. I Cantoni tendono a introdurre dei contratti di prestazione per costringere questi attori a una gestione oculata. Una delle componenti da cui dipende il budget globale messo a disposizione dell’ente pubblico e quello di effettuare un dato numero minimo di prestazioni (ore fatturabili alle Casse Malati, tasso ci occupazione massimo possibile dei posti letto,…). Questa componente trova ovviamente la resistenza delle casse malati che a sua volta cerca di contenere al massimo le spese. Ciò mette gli attori sociosanitari in una situazione schizofrenica e impedisce una serena e ponderata valutazione dei bisogni effettivi. Il risultato (non molto raro) è che qualcuno si mette anche a fare il furbo pur di sopravvivere (a scavare si tratta di molti milioni; per non fare nomi quanti sono gli interventi impropri al Cardiocentro? Vedi analisi statistiche di Domenighetti…) . Un monitoraggio globale del sistema individuando meglio le interrelazioni e i flussi indotti è essenziale se si vuole trovare una soluzione veramente efficace. Un altro elemento che finora non è mai stato considerato seriamente è quello di aver dimenticato il primo anello della socialità e sanità che è il cittadino-utente (paziente). Ciò ha portato il ruolo dello Stato da regolatore e garante della solidarietà a un ruolo di tutore. Questa tendenza è avvenuta anche nei rapporti tra personale curante e paziente, dove quest’ultimo viene tendenzialmente messo in posizione di subordinazione e di dipendenza rendendo difficile una paritetica collaborazione e una codecisione sul da farsi. La sparizione di quello che era il medico di famiglia che interagiva con il paziente in modo globale e non solo sul piano puramente tecnico della malattia è uno dei segnali più evidenti. Quanti malanni potrebbero essere risolti con una buona parola e con un semplice cambiamento comportamentale invece di ricorrere a costosi medicamenti e terapie! La sanità non è sicuramente un mercato ma ha a che fare anche con l’economia. Uno, se non il maggiore, dei datori di lavoro del Ticino è l’EOC. Ridurre o smantellare un servizio può dare un risparmio se effettivamente questo servizio non è più necessario o è sovradimensionato. Qualora il bisogno fosse reale, l’effetto di un ridimensionamento potrebbe essere perverso al punto tale da favorire il sorgere di un’offerta in nero o il sorgere di nicchie commerciali che sfruttano le Casse Malati e il personale reimpiegato a condizioni lavorative poco dignitose (precariato, uso di figure professionali al limite della loro competenza, ecc.). Il settore sociosanitario è quindi ancora tutto da esplorare e da capire, il Cantone è ancora una buona dimensione per riuscire ad ottenere una visione d’assieme. Ciò implica una stretta collaborazione a livello governativo tra chi si occupa di aspetti tecnico-organizzativi, chi si occupa di economia e anche chi si occupa di educazione e formazione del cittadino per farlo ridiventare il primo anello responsabile della catena sociosanitaria capace di collaborare attivamente e preventivamente con gli attori sanitari e sociali. Lo Stato deve ovviamente agire da regolatore e garante della solidarietà e nel contempo deve adoperarsi a che il cittadino possa di nuovo sviluppare al meglio il proprio potenziale di autoguarigione.

Resto a disposizione per ulteriori informazioni 26 febbraio 2007 Daniele