Rifiuti la storia si ripete?


In opposizione alla soluzione prospettata dal Cantone in materia di smaltimento dei rifiuti solidi urbani sono state lanciate due campagne referendarie: quella promossa da Flavio Maspoli e quella avviata dal movimento politico dei Verdi. Pur ammettendo che le ragioni di fondo di questa opposizione sono molto diverse, di fatto ci troviamo nella medesima situazione della famosa votazione contro i forni a griglia agli inizia degli anni novanta. Infatti anche in quell’occasione il referendum era frutto di un’azione congiunta tra persone sensibili alla salvaguardia ambientale ed esponenti della Lega dei Ticinesi, il tutto con il sostegno finanziario del padrone della Thermoselect. Ciò che rende più grottesca l’attuale situazione è che proprio quei Verdi, che alcuni giorni fa sono stati brutalmente e incivilmente insultati dal Nano Bignasca, stanno facendo di tutto per favorire gli interessi di una banda di disonesti e venditori di fumo che hanno lasciato una vergognosa impronta in questa ultima parte dei duecento anni di Repubblica ticinese.

Per capire queste mie dure considerazioni è necessario ricordare alcuni aspetti dell’ormai lontano 1992. A quei tempi la Lega dei Ticinesi era agli inizi e ha fatto del referendum il suo cavallo di battaglia. Gli ecologisti spinti dal loro entusiasmo sono stati strumentalizzati ad arte e il loro contributo è stato sicuramente decisivo nel portare il popolo a respingere la decisione parlamentare per un forno convenzionale a Bioggio. Essi non si sono però accorti che i signori Bignasca e Maspoli (ma anche altri esponenti importanti dei partiti storici) per questa “eroica” campagna avevano già intascato o prospettavano di incassare delle somme di denaro non indifferenti dai padroni della Thermo. Ad usufruire del successo della votazione di quel inizio giugno è quindi stata la Lega dei ticinesi e non sicuramente i Verdi o la salvaguardia dell’ambiente in generale.

Premetto che anche il sottoscritto si era opposto ai forni a griglia ma aveva anche rifiutato di partecipare a un comitato referendario in cui sedevano esponenti leghisti e che accettava contributi finanziari dalla Thermoselect. Ricordo inoltre che immediatamente dopo la votazione avevo tentato più volte senza successo di mettere in guardia il Dipartimento competente sulla non affidabilità della tecnologia di Fondo Toce.

Ora dopo oltre un decennio rieccoci con un referendum che riuscirà senza molta fatica grazie alle forze congiunte di due movimenti che tra di loro stanno come il diavolo con l’acqua santa. Molto elevata è pure la certezza che il popolo smentirà ancora una volta il Parlamento perché, come undici anni fa, dietro Maspoli e Bignasca vi sono sicuramente alcuni esponenti dei partiti storici che faranno campagna perché più o meno strettamente collegati con i propri interessi ai padroni della Thermo. E per finire il successo della votazione sarà il cacio (Verde?) sui maccheroni per il rilancio di un movimento che in questi ultimi tempi sembra essere finalmente entrato in una fase di declino.

Va benissimo che coloro che sono sensibili alla salvaguardia ambientale sostengano una gestione dei rifiuti più oculata (tassa al peso o al sacco, raccolta separata, imballaggi ecologici, ecc.). Pure ragionevole è esigere la ricerca di tecnologie di smaltimento adeguate prima di presentare un progetto al parlamento. Tuttavia, ambientalisti ticinesi, non lasciatevi attrarre in questa ulteriore losca manovra del referendum. Non è corretto illudere il cittadino che si potrà nel medio e lungo periodo evitare qualsiasi realizzazione di un impianto di smaltimento esportando a buon mercato i nostri rifiuti altrove. Non è opportuno nuovamente delegittimare il Parlamento su questa questione importante. Più efficace è portare e stimolare il dibattito all’interno del Legislativo facendo in modo che, da un lato, si ancori nella legge il principio della tassa casuale (sacco o peso) e si promuova più attivamente il riciclaggio e dall’altro lato si scelga un impianto che sia tecnologicamente sicuro e dimensionato o dimensionabile ai quantitativi reali.

In questa vicenda la soluzione dello smaltimento definitivo di questa incresciosa storia è preferibile al riciclaggio di errori già commessi.

12 aprile 2003                                                                                 Ing Daniele Ryser, Novaggio