Rifiuti : con il referendum l’inganno continua


Con la decisione di creare l’ente cantonale, il Parlamento ha dimostrato nell’ultima sessione di volere trovare una soluzione all’annoso problema dei rifiuti scevra di ogni sospetto.

A questa decisione si rinfaccia al Parlamento di mancare di coraggio, di aver ceduto a un’imposizione della partitocrazia, di accanimento ingiustificato contro la Thermoselect, ecc. Purtroppo molti cittadini, che non hanno avuto la possibilità di conoscere tutti i retroscena di questa poco edificante vicenda dei rifiuti, credono alle battute semplicistiche di coloro che vogliono ostacolare la creazione dell’ente e impedire un serio lavoro al disopra delle parti.

Illustrare quanto è successo negli ultimi 15 anni non è possibile in queste poche righe, per cui mi limito ad esprimere alcune considerazioni che spero servano da stimolo a chi mi legge per approfondire meglio le proprie informazioni prima di giungere a conclusioni affrettate dettate più dall’emotività che dalla ragione.

In questa storia si può ben parlare di inganni, inganni che scaturiscono dalla combinazione di almeno tre fattori :

·      la mancanza di un chiaro concetto globale di smaltimento dei rifiuti a livello cantonale che va al di là del problema dell’incenerimento ma che comprende anche tutti i generi di rifiuti con tutte le misure organizzative, giuridiche e tecnologiche che vanno dalla loro origine (ad esempio gli imballaggi), alla raccolta, al riciclaggio, al trasporto, a un loro eventuale trattamento preliminare fino all’incenerimento quale ultima ratio della filiera rifiuti ;

·      la totale confusione nella ripartizione dei compiti tra Cantone, Enti e Comuni in questo settore dei rifiuti che ha alimentato i conflitti tra i tecnici preposti a questo problema, tecnici non sempre preparati ad affrontare questa complessa problematica ;

·      il comportamento di gruppi o persone che, attratti dai possibili lauti guadagni, hanno ceduto alle pressioni di questa o quella ditta approfittando in alcuni casi anche della confusione istituzionale e dello smarrimento dei tecnici o addirittura manipolando le informazioni e le indicazioni sulle quali sono state poi prese alcune decisioni.

Il primo inganno è avvenuto in occasione della progettazione dei forni a griglia dove l’Ente Smaltimento del Sottoceneri (ESR) e il Consorzio Intercomunale Rifiuti(CIR) sono partiti in una corsa sfrenata a progettare ognuno un forno, noncuranti dei reali quantitativi ben inferiori alle loro ipotetiche previsioni e poco sensibili nel ricercare soluzioni costruttive le meno onerose possibili. Chi a quel tempo aveva fatto notare ai responsabili queste contraddizioni non ha trovato ovviamente comprensione e le pressioni per indurre le voci critiche al silenzio non sono mancate.

Purtroppo anche la campagna del referendum contro i forni a griglia conteneva già alcuni germi del secondo inganno : il sostegno finanziario da parte della Thermoselect ai referendisti che si è svolto all’insegna di una battente campagna pubblicitaria da parte di questa ditta. Cosa non si è mai chiaramente detto in questa campagna è che la tecnologia, di per sé innovativa e meritevole di sviluppo, non era ancora allo stadio di maturità che si voleva far credere, per cui passare dal forno a griglia alla pirolisi e gassificazione implicava che qualcuno si dichiarasse disponibile a sperimentarla con tutti i pro e contro che una fase del genere può significare. Questa chiarezza non c’è stata e il popolo che ha votato il 6 giugno 1993 credeva che nel giro di 9 mesi il Ticino poteva dotarsi di un forno funzionante a perfezione senza più alcun inquinamento di sorta. Purtroppo questa illusione era confermata da perizie tecniche che si sono poi verificate insufficienti per non dire inesatte (in questa sede non è possibile approfondire queste mie affermazioni con le necessarie argomentazioni tecniche, ma sono disposto a spiegarle qualora me lo si richiedesse).

Le vicende che hanno seguito il giugno 1993 sono la chiara dimostrazione di questo secondo inganno poiché se la Thermoselect fosse stata una tecnologia pienamente funzionante si sarebbe giunti dopo 9 mesi alla sua messa in funzione e non, come invece è successo, alla decisione di pubblicare un concorso per il mese di maggio 1994. In questo contesto va inoltre ripreso il problema della pianificazione dello smaltimento dei rifiuti nel senso citato sopra (tutti gli aspetti del problema rifiuti e non solo quello dell’incenerimento). Ebbene da parte del Dipartimento del territorio questo aspetto importante è stato completamente tralasciato e non ci si è nemmeno resi conto che questa pianificazione era la base essenziale per l’impostazione del concorso. Altra grave lacuna da parte del Dipartimento è stata quella di emettere un concorso senza aver prima raccolto sufficienti informazioni sulle tecnologie non a griglia esistenti in tutto il mondo e sul loro grado di sviluppo. Risultato : il concorso non poteva che condurre alle scelte delle tre ditte che ormai conosciamo che, guarda caso, tutte e tre non riescono a fornire informazioni chiare e precise sul reale funzionamento dei loro impianti. In poche parole il concorso ha favorito chi riusciva a meglio ingannare il committente e siamo così al terzo inganno che ha completamente fuorviato il Governo il quale si è sforzato in buona fede di proporre finalmente una soluzione dopo essere ritornato più volte sulle proprie decisioni a causa del totale smarrimento dei tecnici che a loro volta non hanno potuto dimostrare che tra queste tre ditte almeno una superava nettamente le altre e che non hanno nemmeno avuto il coraggio di ammettere che il concorso li aveva condotti in un vicolo cieco.

Tutta questa dinamica ha contribuito non poco ad alimentare le difficoltà di comunicazione con il Parlamento che cominciava a diventare più critico.

Ma ecco anche il quarto inganno : quello dell’ubicazione dell’impianto a Giornico in cui da parte del Dipartimento è stata semplicemente omessa la consultazione prescritta dalla legge, cosa che è venuta alla luce grazie alle approfondite analisi della Commissione della Pianificazione.

E si potrebbe continuare con gli inganni e le illusioni parlando dell’atto di concessione o dei vari calcoli sull’impatto economico ma fortunatamente qui il Parlamento ha detto “basta” e ha optato per la soluzione dell’ente cantonale e per una reimpostazione del lavoro su basi metodologiche più serie e coerenti.

Ma ecco all’orizzonte l’ennesimo inganno : quello del referendum contro l’ente.

Con questo referendum si vuol far credere ai cittadini che il Parlamento non sia in grado di prendere delle decisioni e che voglia unicamente opporsi alla Thermoselect per non so quali interessi, che il Parlamento sia composto da 53 deputati vittime della partitocrazia e quindi non in grado di pensare con la loro testa, mentre gli altri 19 sono tutti puri e in buona fede.

Inoltre si vuol far credere che, sbarazzando l’ente così come votato dal Gran Consiglio, si riesca più rapidamente a risolvere il problema dei rifiuti e, ciò che è alquanto grave, si vuol far credere che è meglio una soluzione rapida anche se basata su ditte che non hanno dimostrato di essere corrette piuttosto che una soluzione più impegnativa ma basata sulla piena correttezza e sul piano tecnico e su quello morale.

Un esito positivo del referendum sarebbe la legittimazione della politica dell’inganno : è su questa base che si vuole impostare il futuro del nostro Cantone ?

20 aprile 1997                                                                                            Daniele Ryser