2° Pacchetto di risparmio: Rapporti 4625, 4643, 4647, 4648


Il secondo pacchetto di misure di risparmio proposto dal Governo cantonale rappresenta un ulteriore passo necessario al contenimento della spesa pubblica.

Questo tipo di strategia di contenimento delle spese può essere accettato in modo integrale solo a condizioni ben precise che concernono l’attività dello Stato nel settore degli investimenti e solo qualora si inizi da subito un discorso serio sulle strutture statali e pubbliche in generale, sulla ripartizione dei compiti tra Stato e Comuni e sulla politica sociale.

Va detto a chiare lettere che un ulteriore terzo pacchetto sul tipo dei primi due non troverà più sicuramente il consenso avuto finora poiché una penalizzazione di questo a quel settore economico, geografico o categoria sociale sarà inevitabile per cui è perfino sconsigliabile che il Governo impieghi ulteriori energie in questa direzione a scapito dell’impegno sulla politica attiva di promovimento.

Un aspetto che va ritenuto molto preoccupante, e che arrischia di vanificare questo 2° pacchetto, è che negli ultimi tempi si constata una forte diminuzione degli investimenti del Cantone stesso e dell’aiuto del Cantone agli investimenti. Le spiegazioni generiche a questa diminuzione, quali quelle elencate nei vari rendiconti, non possono soddisfare, anche perché basta chiedere a chi opera sul terreno per rendersi conto che vi sono delle ragioni molto più esplicite che in parte sono da ricollegare allo stesso funzionamento dell’amministrazione da un lato e alla inerzia politica dall’altro.

Con questo voglio premettere che, come politici siamo tutti coinvolti in questa dinamica negativa e non intendo per nulla indirizzare delle accuse gratuite verso l’esecutivo cantonale. Si tratta invece di esprimere delle constatazioni critiche per aiutarci ad uscire da questo preoccupante stallo in cui ci troviamo.

I fattori frenanti che intendo denunciare sono in parte già elencati nei rapporti di maggioranza e minoranza ma meritano sicuramente ancora qualche precisazione.

Da qualche tempo sono fortemente aumentate le denunce sui ritardi procedurali dovuti a discrepanze tra i vari servizi cantonali che rasentano in certi casi l’abuso di potere. Questi intralci burocratici non contribuiscono a creare quel clima di fiducia tra Stato e Comuni o Stato e cittadini e, ciò che è più grave, inibiscono molto spesso iniziative interessanti per lo sviluppo economico. Ciò equivale anche ad annullare gli effetti del presente pacchetto di risparmi e a rendere poco credibili le misure attive.

Più precisamente si tratta di ritardi nei preavvisi edilizi, ritardi nell’approvazione di Piani Regolatori o particolareggiati, richieste di studi e dati supplementari che sono puri e semplici esercizi sterili, difficoltà di trovare il giusto interlocutore a livello cantonale, conflitti interni all’amministrazione,....

Altro punto che merita la nostra attenzione e non solo quella dell’esecutivo, concerne gli investimenti. Se da un lato si denunciano gravi ritardi nei grossi lavori pubblici che non sono da imputare sempre allo Stato ma anche alle difficoltà di ordine intercomunale e comunale (vedi Piano viario del Luganese e vari referundum e opposizioni) dall’altro lato si incoraggiano investimenti scriteriati come quelli del settore delle canalizzazioni solo a causa del miraggio dei sussidi federali senza rendersi conto dei costi ricorrenti a carico del cittadino.

Ho citato in modo sommario questi due aspetti per indicare il mio reale timore che queste misure di risparmio, che trovano il mio consenso di massima, siano vanificate dalla mancanza di misure organizzative che lo Stato deve prendere in modo urgente senza attendere le analisi che abbiamo deciso nella sessione scorsa.

Infatti non possiamo più nascondere che tra i responsabili politici del Cantone e quelli degli enti locali, rispettivamente i cittadini. Manca quel contatto diretto che permette di percepire i problemi, valutarli e infine rapidamente mediarli per giungere in tempo utile a delle chiare decisioni. Tra lo Stato e il paese si è inserita una macchina burocratica che non è sufficientemente coordinata e che frena o impone soluzioni che non corrispondono agli obiettivi prefissati.

Il mio voto affermativo al 2°acchetto di misure di contenimento della spesa pubblica è quindi condizionato da un’azione tempestiva da parte del Consiglio di Stato nel riprendere in direttamente nelle proprie mani la macchina amministrativa adottando misure urgenti.

Tra queste misure cito ad esempio :

·      quella proposta nell’iniziativa degli On Michela Ferrari-Testa e Giovanni Merlini, dove si sollecita un coordinamento politico delle decisioni in materia edilizia e di pianificazione, che va concretizzata immediatamente quale misura di urgenza se non vogliamo favorire coloro che operano sul piano abusivo e inibire fino alla disperazione ogni iniziativa positiva per la nostra economia ma anche per il nostro ambiente,

·      quella di rivedere la politica degli investimenti nel settore delle canalizzazioni e depurazione delle acque,

·      quella di mettere direttamente a disposizione il notevole potenziale dei singoli tecnici dell’amministrazione agli attori esterni con nuove forme di collaborazione e di ricerca del consenso che non siano le pesanti e rigide, forse per taluni comode, procedure burocratiche.

23.6.1997                                                                                                                Daniele Ryser