La forte
reazione dei difensori delle attuali Casse malati è già di per sé un segnale
che deve fare riflettere il cittadino. Gli interessi in gioco toccano flussi
di denaro miliardari la cui trasparenza dei meccanismi anche per i più
addentro alla materia non è sempre evidente.
L’argomento
contro il principio di una cassa unica gioca sulla ormai ritrita equazione
servizio pubblico uguale inefficienza e costi elevati. Analizzando l’attuale
situazione è vero che vi sono perecchie decine di Casse malati in Svizzera
ma è altrettanto vero che i clienti si concentrano e si stanno concentrando
su tre o quattro la cui strategia sempre più si orienta verso una pseudo
concorrenza e una politica oligopolista. Di fatto si tratta una Cassa Malati
“quasi unica”, non sotto il controllo pubblico, ma gestita da un azionariato
i cui interessi non necessariamente si allineano alle esigenze della
popolazione.
Tutti gli
attori sanitari che giornalmente hanno a che fare con le Casse Malati
esprimono non poche perplessità per l’enorme impiego di energie che
comportano i rapporti con le singole Casse.
Questi attori,
che si situano tra l’ente pubblico o ne sono subordinati, e le Casse, si
trovano ad ogni piè sospinto sottoposti, da un lato alla pressione del
contenimento dei costi e della razionalizzazione, pur garantendo la qualità
e la quantità delle prestazioni, e dall’altro lato alla limitazione delle
prestazioni riconosciute e a interpretazioni spesso diverse tra di loro.
Questa situazione è spiegata dalla totale mancanza di coordinamento e dalle
ottiche divergenti tra ente pubblico (Confederazione e Cantoni) e Casse
Malati che il Parlamento e il Consiglio Federale a livello nazionale non è
mai riuscito a conciliare.
Questo
scoordinamento tra le due politiche, unito all’esistenza di più Casse
Malati, oltre ai disagi indicati in precedenza, ha anche generato tutta una
serie di nicchie di mercato che permettono guadagni incontrollati a singole
figure o società sanitarie il cui impatto sui premi è tutt’altro che
trascurabile. Infatti la pretesa che una sana concorrenza impostata su
politiche discordanti possa portare a prestazioni di buona qualità,
accessibili a tutti non corrisponde alla realtà nel settore sanitario ma è
solo fonte di continui conflitti e insicurezze all’interno di coloro che
devono prestare le cure al cittadino.
Una Cassa
Malati unica e pubblica più coordinata con gli obiettivi della
Confederazione e dei Cantoni permette agli attori della sanità di operare
con maggiore serenità e coerenza. Ciò non impedisce la competizione sul
piano qualitativo e della razionalità dell’impiego delle risorse ma questa
non deve confondersi in una giungla di speculazioni che giocano in modo
palliativo al ribasso sulle qualifiche professionali o su un’offerta e una
manodopera a basso costo più o meno in nero proveniente dall’estero. Sono
convinto, che anche sul piano dei costi (e quindi dei premi a carico del
cittadino), un solo ente permette delle economie di scala sia al suo
interno, sia nei contatti con i vari erogatori di prestazioni.
23.12.06
Daniele Ryser, Novaggio
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