Nuova politica regionale: un’opportunità per tutti

 

In questi giorni il Parlamento federale a Flims ha dato il via alla nuova politica regionale. Trent’anni fa le disparità di ordine socioeconomico tra le aree urbane di pianura e la zona di montagna si collegavano a un forte ritardo delle infrastrutture e dei servizi. Con la legge sugli investimenti nelle regioni di montagna (LIM) si è quindi proceduto ad aiutare la realizzazione di opere essenzialmente pubbliche e di impianti di risalita turistici. Negli ultimi anni il divario tra agglomerati e aree rurali e di montagna dipende da fattori quali la competitività e l’imprenditorialità degli attori locali e regionali e questo non solo rispetto alle città vicine ma rispetto al mondo globale. Sotto questo aspetto la situazione delle agglomerazioni svizzere non è tanto diversa da quella delle aree periferiche. La nuova politica regionale lascia ai Cantoni piena autonomia su come impostare una propria strategia di sviluppo fissando unicamente le regole del gioco che si basano sulla presentazione di un programma pluriennale corredato di un elenco di progetti che dovrebbero portare un valore aggiunto il più possibile diffuso sul territorio. Ovviamente l’esperienza maturata nelle Regioni di montagna costituisce un bagaglio importante che va valorizzato promuovendo una maggiore integrazione con i centri urbani vicini. Per il Canton Ticino si tratta di costituire 4 regioni funzionali dove tutti i Comuni partecipano ad una strategia di sviluppo condivisa, basata sulla complementarietà e sulle possibili sinergie tra attori pubblici e privati. Queste 4 regioni a loro volta dovranno sviluppare le loro peculiarità, non in contrapposizione, ma sulla base di un progetto “Ticino” sostenuto collegialmente dal Consiglio di Stato assieme alle associazioni dei Comuni. La nuova politica regionale rappresenta un’opportunità per tutti gli attori e l’agricoltura avrà un ruolo essenziale quale presidio non solo delle aree periferiche ma anche degli spazi verdi essenziali per la vivibilità dei nostri agglomerati urbani.

 

Daniele Ryser

01.10.06