Il nostro
medico cantonale, il cui compito è vigilare sul buon funzionamento della
sanità, fa le lodi su Opinione Liberale alle sparate del nostro Consigliere
federale vallesano che sembra stufo “di doversi occupare di cerotti da
appiccicare alla LAMal” anche se la di lui famiglia è fortemente legata a
quella che è la quarta maggiore e fiorente Cassa Malati della Svizzera.
Inneggiare alla
magia delle mille velocità nell’offerta sanitaria da chi ogni giorno si
trova a muoversi negli antri caotici e spesso deliberatamente fumosi del
tanto lodato mercato della sanità nostrana, mi preoccupa alquanto ma, quale
responsabile di uno dei servizi che opera al fronte, mi annienta quelle
poche speranze che nutrivo ancora per una equa ed equilibrata offerta di
prevenzione e cure accessibile a tutti. La sanità deve essere e rimanere un
servizio pubblico come lo è l’aria che respiriamo e l’acqua che beviamo e
non può essere lasciata in balia di un mercato fintanto che vigono solo
regole di facciata e l’obiettivo finale non è nient’altro che quello di fare
lucro.
Riprendendo la
citazione del nostro addetto alla vigilanza sanitaria di questa bella
Repubblica in cui afferma che “… si può dormire bene anche in un hotel
modesto e non occorre per forza il Grand Hotel!” mi permetto di tradurlo in
un fatto realmente accaduto nella nostra realtà cantonticinese. Un paziente
molto anziano assicurato in camera comune è stato ricoverato in ospedale con
una patologia che avrebbe richiesto un intervento operatorio. I medici, dopo
aver esaminato il caso, convincono la famiglia e l’interessato a rinunciare
all’intervento giustificandolo con l’età avanzata. La famiglia per far
passare in modo più confortevole il rimanente soggiorno in ospedale al
proprio congiunto stipulano un’assicurazione complementare per la camera
privata. Qualche giorno dopo lo stesso team medico propone al paziente
l’intervento operatorio che avevano prima sconsigliato.
Che si possa
morire bene anche in un hotel modesto e non occorre per forza il Grand
Hotel mi può andare bene, ma che si possa morire più in fretta in un Hotel
Modesto e vivere più a lungo perché si è al Grand Hotel permettetemi di
avere qualche perplessità...
Daniele Ryser,
responsabile per l’Assitenza e la cura a domicilio Malcantone-Vedeggio.
08.09.06
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