La Nuova Politica Regionale svizzera: un’opportunità per il Ticino

 

La politica regionale svizzera è iniziata nel 1974 con l’entrata in vigore della Legge sull’aiuto agli investimenti nelle regioni di montagna (LIM). L’obiettivo di quel tempo era di garantire un’adeguata dotazione di infrastrutture di base a tutti i comuni delle aree periferiche quale premessa essenziale per favorire lo sviluppo di iniziative economiche e mantenere l’attrattiva abitativa su tutto il territorio nazionale. Si voleva in pratica evitare una eccessiva disparità tra le aree urbane più favorite e il resto del territorio con conseguente esodo e concentrazione nei centri. Questa politica ha avuto i suoi effetti positivi fino agli anni novanta permettendo anche ai comuni delle aree periferiche di offrire alla popolazione dei servizi adeguati e limitando lo spopolamento in numerose aree del paese.

Gli effetti della globalizzazione economica a partire dalla seconda metà degli anni novanta hanno evidenziato che non si tratta più soltanto di diminuire le disparità tra aree periferiche deboli e centri urbani forti all’interno del Paese ma di rafforzare la competitività della Svizzera nel suo insieme rispetto al resto del mondo. Nel contempo anche le aree urbane hanno i loro problemi in particolare il traffico e la socialità.

La Nuova Politica Regionale (NPR) si inserisce in questo contesto. Il sostegno alla realizzazione di infrastrutture di base (strade, canalizzaioni, acquedotti, ecc:), che caratterizzava la LIM, viene meno e si limita a quelle opere che hanno una diretta relazione con delle iniziative che producono valore aggiunto e rafforzano la competitività di una regione utilizzando in modo ottimale le proprie specifiche potenzialità.

Questa nuova impostazione richiede una maggiore flessibilità geografica e operativa per cui si impone una revisione del concetto di regionalizzazione incentivando le collaborazioni orizzontali tra aree diverse e tra Cantoni oltre che a livello transfrontaliero. I Cantoni assumo un ruolo importante di coordinamento interno ed esterno ai propri confini. Le attuali Regioni di montagna devono rivedere il proprio ruolo diventando delle agenzie di sviluppo al servizio dei Comuni e degli attori economici locali.

 

Per il Ticino la NPR va vista come una opportunità per impostare una collaborazione dinamica ed efficiente tra tutte le aree del cantone e tra tutti gli attori pubblici e privati.

L’attuale suddivisione in Regioni di montagna va integrata in un concetto di regioni funzionali in cui le aree urbane e quelle periferiche rurali e montane formano una rete coordinata di collaborazione e coordinamento delle offerte di servizi e dell’uso del territorio secondo le specifiche potenzialità. La nostra realtà geografica indica 4 regioni funzionali (Mendrisiotto, Luganese, Bellinzonese e Valli e Locarnese e Valle Maggia) che a loro volta dovranno poi relazionarsi tra di loro.

Da queste considerazioni generali si può intuire che la NPR potrebbe assumere un ruolo di piattaforma strategica per lo sviluppo socioeconomico del Cantone attorno alla quale viene attuata una concertazione tra i vari attori (Cantone, Comuni, ecc.) così da ottenere un minimo consenso su cui poggiare le varie politiche (aggregazioni, gestione del territorio, compiti Stato- Comuni) e misure settoriali sul piano economico (turismo, industria, ...) sociale e culturale.

La politica regionale di questi primi trent’anni ha sicuramente contribuito a stimolare le autorità locali a prendere coscienza delle proprie potenzialità guardando oltre i confini comunali e ragionando in un ottica regionale. L’opera di sostegno, animazione, consulenza e intermediazione degli enti regionali con i propri segretariati ha incoraggiato numerose iniziative sia pubbliche che private. Le attuali Regioni di montagna hanno così acquisito un bagaglio di conoscenze e di esperienze che va ora valorizzato a favore di tutto il territorio cantonale.

La NPR è un’occasione che la Confederazione offre ai Cantoni per impostare una nuova dinamica nella coerenza e non per avere semplicemente dei soldi da investire in progetti più o meno spettacolari che spesso si verificano nel tempo come cattedrali nel deserto.

È evidente che sul piano operativo il successo dipende da una buona collaborazione tra gli operatori regionali e locali e i vari settori dell’Amministrazione cantonale ricercando delle sinergie anche con le scuole superiori e universitarie. Ma ciò non è sufficiente se sul piano politico dovesse mancare una vera presa di coscienza e se si continua come ora a gestire lo sviluppo del Cantone con politiche dipartimentali fini a se stesse. Recentemente le due associazioni che rappresentano i Comuni (ACUTI e CORETI) hanno iniziato una collaborazione con il Consiglio di Stato alfine di definire meglio i compiti e i flussi finanziari tra Stato e Comuni: riusciranno questi attori politici a cogliere l’occasione che ci offre la NPR?

 

27.06.06