Aggregazione - Agglomerazione – Confusione?


Sul fonte dei Comuni il dibattito sembra essere sempre più vivo. Che si discuta su questi temi è sicuramente molto positivo anche in vista del prossimo rinnovo degli esecutivi e dei legislativi locali. Tuttavia vi sono alcune considerazioni che mi sembra opportuno sollevare sperando di non contribuire ad accentuare un certa confusione che a parer mio sta crescendo intorno a questa discussione.

Attualmente i riflettori sono puntati sulla fusione dei Comuni della Capriasca sui cui metodi coercitivi che si intende adottare per giungere a questo traguardo si sono già sollevate alcune voci dissenzienti che mettono in guardia sul pericolo di creare dei precedenti che potrebbero verificarsi poco consoni ai nostri ordinamenti democratici. Pur comprendendo la fretta di coloro che hanno operato per anni a favore di questo processo di aggregazione, va anche ricordato che una delle componenti importanti per misurare il grado di democrazia di una società è quello della capacità di ricerca del consenso. Forzare su questo fronte significa regredire civilmente, poiché equivale riconoscere implicitamente che la comunità di individui si costituisce di due categorie: quelli che capiscono e sono nel giusto e quelli ignoranti che devono stare zitti e sottostare ai dictat dei “giusti”. Spero che il Governo prima e il Gran Consiglio poi, considerino attentamente questi aspetti evitando soluzioni apparentemente efficienti ma le cui conseguenze potrebbero avere un effetto destabilizzante e controproducente a livello cantonale. Sostengo pertanto le raccomandazioni di Eros Ratti pubblicate sulla Regione del 1 luglio scorso che esortano il Cantone a varare una legge sulle fusioni comunali più consona ai nostri tempi. A tale proposito ricordo che alla fine di marzo di quest’anno alcuni deputati avevano inoltrato un’iniziativa elaborata in merito, il cui scopo era quello di stimolare e accelerare il dibattito su questo importante atto legislativo che il Consiglio di Stato non ha ancora sottoposto al Parlamento.

Ora, invece di concentrare il discorso su questo tema, il Dipartimento delle Istituzioni mette in consultazione un progetto di legge sulle agglomerazioni. Mi si dirà che si vuole risolvere l’annoso problema dei consorzi, ma c’è da chiedersi se un tale atto che aggiunge alla tematica dei consorzi un altro tema - quello delle agglomerazioni - non contribuisca ad imbrogliare maggiormente la matassa invece di dipanarla.

Non voglio per il momento addentrarmi nei dettagli del documento pubblicato dal Dipartimento, che contiene preoccupanti affermazioni che stanno mettendo in difficoltà parecchi enti e persone che da anni lavorano seriamente e con sacrifici alla coesione di questo Ticino - mi riserverò comunque di esternarle al momento e nella sede opportuna – e mi limito a sollevare alcuni interrogativi di fondo.

Non era sufficiente puntare sull’obiettivo di costituire dei Comuni funzionali e funzionanti concentrando gli sforzi a favore di una legge sulle fusioni e dei contatti e della ricerca del consenso tra enti locali?

Perché si vuole creare un nuovo ente pubblico intermedio detto agglomerazione?

Non esiste il rischio che in Ticino si adottino due modi diversi si trattare i Comuni:

-         Comuni della periferia da aggregare tramite sistemi coattivi?,

-         Comuni delle aree urbane da aggregare creando l’agglomerazione che lascia maggiore libertà di scelta e non richiede sistemi coattivi nei confronti di chi “conta di più”?

In un mondo sempre più sregolato, in un Ticino che vede le periferie sempre più penalizzate (vedi ad esempio gli effetti delle privatizzazioni delle aziende federali e quelli che si prospettano con l’elettricità), non si sta contribuendo con tutti questi progetti di legge ad accentuare le spaccature? A minare quella coesione interna che tutti auspichiamo?

Spero che le politiche dell’aggregazione e della agglomerazione non diventino sinonimo di confusione, a meno che una tale confusione possa interessare a qualcuno…..

Luglio 1999                                                                                                 Daniele Ryser