Ticinesi non lasciatevi addormentare dal mattino!


La liberta di stampa e di espressione va rispettata e ognuno ha il diritto di esprimersi nel modo che crede più opportuno. Probabilmente è sulla base di questo diritto ancora pienamente garantito nel nostro Paese che il giornale della domenica ha sviluppato il suo stile di comunicazione che sembra renderlo così attrattivo al pubblico ticinese. Ma fortunatamente questa libertà di espressione permette anche di esternare il proprio dissenso su questi metodi diffamatori a danno di tutta la comunità ticinese che vale sicuramente più di alcuni suoi esponenti che purtroppo sono finora riusciti a farsi passare per i paladini delle cerchie più deboli a difesa di un‘onestà mai ben definita.

Non vi siete ancora accorti che nel medesimo giornale se non nella medesima pagina si dice tutto e il contrario di tutto? Che un giorno si spara su questo o quella personalità e il giorno dopo si va a braccetto con lei?

Non vi siete accorti che tutta questa specie di strategia disordinata si riduce a favorire unicamente gli interessi di una categoria ben precisa di persone a scapito proprio di quella popolazione più in difficoltà di cui si fa credere di essere i difensori?

Non vi siete ancora resi conto che tutta questa messa in scena funziona su un continuo ricatto nei confronti di tutti gli altri partiti politici che purtroppo hanno perso la forza di esprimere apertamente le loro opinioni perché non hanno il coraggio di fare chiarezza al loro interno proteggendo così le loro componenti più ricattabili?

Non vi siete ancora resi conto che la facile tentazione di leggere il Mattino oppure di guardare le elucubrazioni tragicomiche televisive dei suoi esponenti Bignasca e Maspoli come se fossero uno spettacolo divertente e distensivo (cosa che purtroppo si verifica puntualmente da troppo tempo anche in Gran Consiglio da parte di troppi parlamentari quando certi deputati leghisti prendono la parola) non fa altro che incoraggiare e promuovere atteggiamenti poco consoni a una società che si pretende evoluta?

Il Ticino ha proprio bisogno di questi modi di fare per risolvere i propri problemi e progredire? Siamo sicuri che l’immagine che stiamo attualmente costruendo faciliti veramente la già fragile coesione del nostro cantone con quelli confederati oppure quell’apertura necessaria verso l’esterno che è sempre stata alla base della nostra esistenza vista la posizione geografica di congiunzione tra il sud e il nord dell’Europa?

È ora che ci scrolliamo dal torpore del primo mattino inquinato dalle facili demagogie per riprendere il cammino del discernimento critico nei confronti di chi guida il nostro Paese. Un cammino magari più difficile ma più dignitoso e sicuramente più appagante a lungo termine.

Agosto 1999                                                                                   Daniele Ryser, Novaggio