Telecomunicazioni sinonimo di disgregazione della coesione nazionale?


Daniele Ryser
6986 Nova
ggio
 

Egregi signori,

l‘evoluzione sul fronte delle telecomunicazioni fa passi da gigante e ogni giorno vengono annunciate nuove possibilità e offerte di servizio che promettono grandi aperture al mondo globale della comunicazione.

La cosiddetta liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni viene descritta alla popolazione come un‘occasione meravigliosa a favore di un progresso e di un benessere accessibile a tutti.

La Svizzera si vanta di essere la prima nel mondo sul piano di quest‘offerta in particolare per la sua qualità.

Tutte queste belle parole e affermazioni, espresse da alcuni gremi politici e dalle varie imprese del settore tra cui in prima linea le Swisscom, si verificano nella realtà solo parzialmente vere e comunque limitate alle aree più urbanizzate del paese e quindi le più ricche e già avvantaggiate. La propaganda che è stata propinata alle regioni di montagna in cui si afferma che le telecomunicazioni permetteranno di aprire nuove occasioni di lavoro decentrato nelle aree più periferiche si verifica di fatto una bugia bella e buona poiché non è affatto vero che la qualità delle strutture di supporto alle telecomunicazioni viene migliorata e aggiornata al di fuori delle zone più urbanizzate né sul fronte della telefonia mobile e nemmeno su quella via cavo.

Questo stato di cose ha portato negli ultimi anni, e la situazione peggiora di mese in mese, ad accentuare le disparità regionali sul territorio svizzero rendendo le aree periferiche sempre meno concorrenziali sul piano socioeconomico rispetto alle aree urbane.

Questa disparità è anticostituzionale e la Confederazione come garante dei diritti di tutti i suoi cittadini disattende gravemente ai suoi compiti più elementari tollerando che delle ditte, per accaparrarsi il maggior numero di clienti, si mettano a fare offerte fuorvianti all‘utenza che non ha alcuna possibilità di verifica e di confronto, ditte, compresa la Swisscom, che invece di investire nelle attrezzature preferiscono buttare via soldi in costose pubblicità.

q       È corretto che chi abita è opera in zone d‘ombra della telefonia mobile paghi lo stesso canone di chi è ben servito?

q       È corretto che l‘utenza della periferia non riesca sempre a connettersi alla rete Internet e quando, dopo diversi tentativi, riesce ad avere il collegamento, debba accontentarsi di risposte al rilento pagando minuti e minuti a vuoto di telefono?

q       È corretto che i servizi di soccorso (polizia, pompieri, ambulanza, ecc.) vengano rallentati e inibiti nella loro efficacia perché in certe aree abitate del nostro paese non hanno garantite le comunicazioni natel e perfino talvolta dei pager ?

Visto che tutti riconoscono che la telecomunicazione assume sempre più un ruolo determinante per lo sviluppo futuro dell‘umanità e che dei disequilibri su questo fronte possono favorire la formazione di una società a due velocità con grave pericolo per la coesione di un Paese o tra più Paesi, l‘autorità politica ha il dovere di intervenire alfine di garantire un servizio uguale per tutti e alfine di correggere eccessi di concorrenza che non hanno nulla a che fare con libertà di mercato perché unicamente finalizzate ad aumentare i dividendi di coloro che detengono le azioni.

 

Agosto 1999