Clientelismo, corruzione, credibilità delle istituzioni: un nuovo vecchio fenomeno in Ticino |
La corruzione strisciante che è affiorata negli ultimi tempi non è un aspetto nuovo nella storia del nostro Ticino. Le sue radici stanno nell’atavico sistema clientelare che si è costituito durante i vari domini esterni e che l’indipendenza acquisita con la Repubblica e Cantone Ticino non è mai riuscita a sradicare. La posizione geografica del Ticino quale corridoio di collegamento tra Sud e Nord Europa non ha di fatto mai favorito uno sviluppo autonomo e le ingerenze esterne di carattere economico che hanno caratterizzato tutto il 900 hanno continuato e continuano a utilizzare il clientelismo facendo capo a questo o quel partito o a questa o quella personalità politica locale. Con la globalizzazione della società purtroppo anche la corruzione si è globalizzata sfruttando sempre il substrato nostrano esistente. Il risultato di questa evoluzione sta nella dimensione e nella implicazione che questo fenomeno ha assunto rispetto alla politichetta dei favori che tradizionalmente caratterizzava il nostro Paese. Ciò significa che chi continua a operare in questa rete e sulla base di questi meccanismi già di per se stessi perversi ma finora relativamente innocui, presto o tardi potrebbe trovarsi a far parte di associazioni a delinquere di stampo internazionale. Di questo tutti coloro che accettano tale gioco - operatori economici, amministratori o politici- devono essere ben coscienti e non ci può essere alcuna scusante qualora si trovassero più o meno volontariamente invischiati in qualche grosso losco affare. Il grande pericolo che sta alla base di questi avvenimenti è la reazione passiva della popolazione nel senso di un’accettazione quasi fatalista che porta o all’isolamento nel proprio guscio cercando di subire il minor male possibile, oppure alla partecipazione attiva al gioco degli intrallazzi nella speranza di ottenere qualche grossa briciola. È inutile dire che delle tendenze del genere non contribuiscono sicuramente a un progresso positivo della nostra società ma rappresentano un’involuzione che a medio-lungo termine potrebbe verificarsi fatale per tutto o gran parte del genere umano. Fortunatamente le denunce non mancano e il dibattito è tuttora aperto anche se più volte si è reagito con atteggiamenti di vittimismo o con una valanga di informazioni contraddittorie e confuse che non contribuiscono a fare chiarezza a livello del comune cittadino. Prendere coscienza di questi meccanismi e della loro storia dovrebbe essere uno dei compiti più attuali dei partiti politici ticinesi e dei loro esponenti e operare in modo chiaro e deciso verso lo sradicamento di quei meccanismi clientelari di cui sono tutti indistintamente prigionieri rappresenta una priorità inderogabile. È ora di riconoscere che il cittadino comune è sempre più disorientato e ha sempre meno fiducia nelle istituzioni. Il pericolo per la nostra popolazione di cadere nelle mani di falsi profeti non deve essere sottovalutato neanche nel nostro tranquillo e bel Ticino.
Agosto
2000
Daniele Ryser |