Uno schiaffo ai Comuni


La recente decisione del Gran Consiglio in merito alle misure di risparmio equivale a un vero e proprio schiaffo all’indirizzo dei Comuni a dimostrazione di quanto poco siamo presi sul serio gli enti locali da parte di Governo e Parlamento proprio in un momento in cui l’unione e la collaborazione tra i vari livelli istituzionali è più che mai necessaria.

Chi ha seguito da vicino i vari incontri tra Governo e rappresentanti dei Comuni prima e tra Commissione della Gestione e i medesimi rappresentanti dei Comuni in secondo tempo, non può che esprimere profonda preoccupazione e perplessità sulla poca volontà di affrontare i veri problemi strutturali che stanno alla base dell’attuale dissesto finanziario.

Per la prima volta nella storia del Cantone i Comuni delle aree periferiche e quelli urbani si sono trovati concordi nel voler sedersi al tavolo con il Governo per trovare assieme una soluzione nell’interesse di tutti. A questa sincera disponibilità, il Consiglio di Stato non ha voluto credere e, con incomprensibile fretta e testardaggine, ha varato un messaggio che non è altro che una disordinata accozzaglia di misure che non sono riconducibili ad alcun disegno di una logica strategia di riequilibrio finanziario.

Il Gran Consiglio, essendo stato reso attento da entrambe le associazioni dei Comuni, avrebbe avuto la possibilità di respingere la proposta governativa o almeno di correggerla. Invece anche questo consesso non ha fatto altro che confermare la scarsa fiducia verso le autorità locali accentuando la situazione di conflitto tra le istituzioni.

Davanti a questi fatti gli interrogativi sono parecchi. Cosa porta i nostri governanti e i nostri deputati ad avere così poca fiducia nella volontà di collaborazione dimostrata dai Comuni? Esiste una vera volontà del Consiglio di Stato ad affrontare alla radice il risanamento finanziario che significa rivedere in modo profondo la struttura dell’amministrazione, non escludere, accanto alla riduzione delle spese, anche un aumento delle entrate, ripartire i compiti con i Comuni, negoziare con gli attori economici e sociali? Il Parlamento è veramente cosciente della realtà del Paese e dell’importante ruolo dei Comuni più vicini al cittadino oppure è ormai ridotto a fare il rappresentante dei soli interessi di categoria?

Sinceramente la mia impressione, oltre a quella di una scarsa considerazione nei confronti dei Comuni, è che per l’ennesima volta si è voluto cedere a un esercizio di facciata così da potere iniziare con la coscienza apparentemente tranquilla le scaramucce preelettorali che si delineano all’orizzonte di fine legislatura.

Ancora una volta è stata persa una buona occasione di dare un segnale forte di collaborazione tra enti pubblici verso una popolazione ticinese che mai come ora ha bisogno di chiari messaggi.

 

Daniele Ryser, Novaggio

04.10.05