Thermoselect e perizie


In questi ultimi giorni riemerge il discorso sulle perizie eseguite a suo tempo per verificare la validità del sistema di smaltimento Thermoselect. Da parte mia sin dal 1992 (messaggio sui forni a griglia) e 1993 (anno del referendum contro i forni a griglia) avevo più volte reso segnalato che il calcolo dei quantitativi di rifiuti da incenerire (250’000t) non era corretto e indicavo degli ordini di grandezza che corrispondevano a quelli poi riconosciuti dal Cantone nel 1997 (115’000t) in occasione del dibattito sulla collocazione dell’impianto a Giornico.

Pure più volte ho invano reso attenti i responsabili politici cantonali (Consiglieri di Stato e Parlamentari) sui problemi tecnici che costituiva un impianto come quello proposto da Thermoselect. Sulle “a volte strane” reazioni a questi miei interventi ci sarebbe molto da raccontare, ma non è questa la sede.

Ritornando alle perizie, è comprensibile che il Consiglio di Stato abbia fatto capo a dei tecnici per valutare la bontà o meno dell’impianto proposto. Pure abbastanza comprensibili potevano essere le difficoltà nel trovare delle persone competenti a valutare un sistema nuovo nel settore dei rifiuti come quello della pirolisi e gassificazione per cui la valutazione poteva risultare anche non completa o perfino errata. Quello che non posso invece capire è l’attuale atteggiamento dell’ufficio Lombardi (vedi La Regione di venerdì 27 luglio) che respinge in modo assoluto di aver commesso errori di valutazione.

Alla luce di tutto quanto successo finora, vi sono almeno due interrogativi che meriterebbero una risposta anche perché proprio da queste perizie è iniziata la lunga peripezia, non ancora terminata, per un nuovo sistema di trattamento dei rifiuti in Ticino:

  • le conoscenze del perito nel settore della pirolisi e gassificazione erano sufficienti per giungere a una valutazione sicura della tecnologia proposta?,
  • i criteri di valutazione e i relativi sistemi di controllo utilizzati per quell’impianto di Fondo Toce erano sufficienti?

Per quel che concerne questi interrogativi, si può dire che a quei tempi le conoscenze tecniche disponibili erano poche e risalivano in buona parte agli anni bellici quando si utilizzavano i gassogeni a carbone e a legna in sostituzione della benzina. Anche per gli ingegneri dello studio Lombardi era pertanto non cosa facile ottenere tutte le informazioni necessarie. Questa difficoltà ha avuto sicuramente una ricaduta significativa sui punti di controllo che si sarebbero dovuti definire per giungere a una valutazione completa e corretta.

Dallo Studio Lombardi mi sarei aspettato una risposta e una motivazione di questo tipo alle contestazioni di Poggi e l’avrei anche interpretata come una onesta ammissione dei propri limiti, cosa che può capitare a tutti i tecnici.

Il modo con cui si cerca di rispondere alle obiezioni di Poggi mi lascia invece molto perplesso perché sembra che vi siamo chiari interessi a nascondere molte e troppe cose.

Per essere un po’ più preciso ricordo ai lettori che l’ingegnere che ha eseguito la perizia aveva, in questa veste, difeso con molta enfasi in un dibattito televisivo il sistema Thermoselect e qualche tempo dopo è stato perfino assunto da questa ditta. Ricordo ancora che in un dibattito parlamentare avevo cercato di indicare i punti critici del sistema proposto (che si sono rivelati in modo chiaro poi a Karlsruhe) e avevo anche posto alcuni interrogativi sul metodo e sui controlli delle immissioni utilizzati dallo Studio Lombardi a Fondo Toce che avrebbero potuto essere oggetto di manipolazione da parte della ditta all’insaputa del perito (ad es. rapporto tra rifiuti effettivamente trattati e immissioni misurate al camino).

Purtroppo non resta che concludere come sempre: Rifiuti, l’inganno continua ancora…..

 

Luglio 2001                                                                                                 Daniele Ryser