Più prevenzione e più sicurezza per i pompieri e i soccorritori prima di costruire nuove gallerie!


Come si poteva facilmente immaginare, dopo il tragico evento del San Gottardo, il discorso si è subito orientato sulla ben nota polemica del raddoppio e del potenziamento di strade e gallerie con tutte le strumentalizzazioni che caratterizzano la scena politica nostrana e nazionale.

L’appello lanciato per una maggiore prevenzione e sicurezza nei tunnel in seguito ai gravi incidenti avvenuti negli ultimi anni, tra cui quello del Monte Bianco, da parte di varie organizzazioni nazionali addette ai soccorsi come la Federazione svizzera dei Pompieri alla fine degli anni novanta, è passato inosservato e, come abbiamo avuto modo di conoscere in questi giorni, non è stato preso molto sul serio da parte dei responsabili a livello federale.

Senza voler fare il processo alle intenzioni, è molto probabile che tra qualche settimana, passata la prima impressione di quanto successo al San Gottardo, questo aspetto essenziale sarà di nuovo dimenticato o non verrà considerato con la corretta priorità a causa della predominante pressione economica che imporrà una riapertura ad ogni costo della galleria oltre che una difficile e non meno pericolosa agibilità invernale della strada del passo.

Chi ha analizzato con attenzione i vari (troppi) incendi avvenuti in galleria ha potuto constatare una caratteristica comune a tutti: l’enorme difficoltà, se non la totale impossibilità, di avvicinarsi al punto dell’evento per poter soccorrere le persone in pericolo e procedere al contenimento e spegnimento dell’incendio. Nei casi in cui si è tentato di intervenire ad ogni costo non è stato possibile garantire l’incolumità dei soccorritori, in particolare i pompieri, nonostante le ottime attrezzature di protezione in dotazione.

Da questa evidente realtà si deduce facilmente che il primo problema che va risolto al più presto è quello di creare le premesse per cui sia garantito il più possibile un intervento efficace e il meno rischioso possibile da parte dei soccorritori anche in luoghi chiusi come le gallerie.

Negli ultimi anni numerosi studi e sperimentazioni in scala reale per capire meglio la dinamica di questi eventi e le relative conseguenze hanno permesso anche di sviluppare diverse soluzioni sia di carattere organizzativo che di carattere tecnico che permettono di diminuire i rischi e in ogni caso di attenuarli al punto tale di permettere di intervenire in modo efficiente.

Le soluzioni organizzative, come quella di una più severa regolamentazione del traffico pesante e del tipo di merci, possono già avere un effetto notevole (ad esempio con lo scaglionamento dei veicoli pesanti su distanze maggiori delle attuali si eviterebbe la solita ammucchiata di più mezzi che prendono fuoco). Per queste misure non sono necessari grossi investimenti e possono essere attuate subito, ma ci vuole una chiara volontà politica che finora è praticamente mancata.

Le soluzioni tecniche, come quella degli impianti automatici di raffreddamento, hanno un effetto più incisivo. Esse sono pertanto essenziali se si vuole veramente garantire una corretta e ragionevole protezione all’utenza e ai soccorritori. È evidente che la loro realizzazione ha un costo elevato sia per la tecnologia che comportano sia per gli eventuali adattamenti costruttivi delle strutture esistenti.

Il Canton Ticino è attraversato da una delle arterie di traffico europeo più importante su strada e su ferrovia. Per la morfologia del territorio queste vie di comunicazione sono caratterizzate da numerose gallerie che rappresentano un pericolo potenziale in costante aumento proporzionalmente con l’incremento del traffico. I soccorsi in caso di incendio o grosso incidente vengono garantiti dai vari enti dove i primi ad accorrere assieme alla polizia sono i pompieri e le ambulanze. Questi enti, che si basano in modo preponderante sul volontariato e il semi professionismo, fanno degli sforzi notevoli (non sempre riconosciuti nella giusta dimensione) a costi molto contenuti per mantenere la massima prontezza e efficienza. È pertanto essenziale garantire loro la possibilità di intervenire senza mettere a repentaglio la propria vita o senza essere costretti a fermarsi impotenti davanti a difficoltà insormontabili dovute a carenze di ordine organizzativo e tecnico originate da una mancanza di volontà politica. Il costo delle misure necessarie confrontato con gli investimenti globali non è eccessivo e vale comunque largamente le ormai troppe vite umane già sacrificate finora; esse devono pertanto avere la priorità su ogni altra nuova realizzazione.

            Daniele Ryser, Vicepresidente Federazione cantonale ticinese dei Corpi Pompieri