Basso Malcantone e Valle del Vedeggio quale futuro con Alptransit?


Nonostante le continue discussioni e i dubbi in merito al cantiere del secolo Alptransit, i lavori proseguono e prossimamente inizieranno anche quelli del traforo del Monte Ceneri che avrà il suo sbocco a Sud nella Valle del Vedeggio.

Su come proseguirà il tracciato verso Milano vi sono solo ipotesi di lavoro e le varianti possibili vanno da quella passante per la stazione di Lugano, a quella sotterranea e lacuale in direzione del San Giorgio, fino al tracciato praticamente tutto in galleria sotto il Malcantone e la Val Marchirolo in direzione di Varese. La scelta di una variante piuttosto che un’altra non sarà così importante rispetto alla domanda di fondo su quale influsso potrà avere questa trasversale alpina sulle nostre aree del Luganese.

Carlo Cattaneo ai tempi dei lavori della ferrovia del Gottardo aveva reso attenti i ticinesi che la semplice esistenza di una linea ferroviaria sul nostro territorio non sarebbe stata sufficiente a garantire lo sviluppo del cantone se non si fossero eseguite le necessarie opere di connessione tra questa direttrice e il resto del territorio.

Questa osservazione vale anche oggi ed è ancor più importante se esaminiamo l’offerta di questo nuovo tracciato nell’ottica europea.

Il trasporto ad alta velocità non contempla delle fermate ravvicinate per cui sarà molto difficile ottenere un’ulteriore fermata tra Milano e Zurigo per questo tipo di vettore.

Il debole dislivello nell’attraversamento delle Alpi che caratterizza questa trasversale favorirà un aumento della domanda di trasporto merci che con l’alta velocità potrà limitare lo spazio a offerte di trasporto più regionali intese come collegamento Lugano(Locarno)-Bellinzona-Zurigo(Lucerna).

Queste ultime offerte sono quelle più interessanti per il Ticino per cui dovranno essere oggetto di una ferma negoziazione con il gestore della ferrovia e nei confronti della Confederazione.

Con l’attuale sviluppo positivo di incrementare l’offerta di collegamenti veloci verso Milano (capolinea dell’alta velocità), il collegamento diretto verso Zurigo e Lucerna apre sicuramente un potenziale per le nostre regioni sia sul piano economico che culturale.

Il Piano dei trasporti del Luganese ha definito quali nodi intermodali ferrovia-bus-trasporto privato le stazioni di Lugano e quella di Lamone-Cadempino. Si dovrà pertanto definire quale di questi due punti farà da collegamento con l’offerta Alptransit sopraccitata.

Una volta definito questo aspetto sarà importante fare in modo che tutto il territorio possa essere collegato nel modo più diretto e frequente possibile a questo nodo di interscambio.

Attualmente il Basso Malcantone è collegato direttamente con la Stazione di Lugano tramite la Ferrovia Lugano-Ponte Tresa (FLP) che prossimamente sarà potenziata nella sua cadenza da 20 a 15 minuti permettendo una migliore gestione delle coincidenze. Il Basso e Medio Vedeggio sono invece attestati direttamente sulla Stazione di Lamone-Cadempino tramite una linea postale. Il collegamento tra Lamone-Cadempino e la FLP (stazione di Molinazzo di Bioggio) non è ottimale per cui abbiamo una sorta di cesura nell’offerta di trasporto pubblico tra il Medio Vedeggio e il Basso Malcantone che non soddisfa le esigenze di un’area urbanizzata e industrializzata come questa. In poche parole attualmente tutti i trasporti pubblici hanno una direttrice centripeta verso la Città di Lugano mentre i collegamenti trasversali sono alquanto carenti.

In una prospettiva di aggregazione tra i Comuni del Basso Malcantone e del Basso e Medio Vedeggio, che potrebbe costituire un’entità con oltre 10'000 abitanti e altrettanti posti di lavoro, l’offerta di trasporto pubblico diventa essenziale anche quale calmiere al forte incremento del traffico privato che già oggi raggiunge punte di saturazione nelle aree di Agno-Bioggio-Manno-Lamone.

Dal punto di vista locale e regionale, qualora si voglia garantire un integrazione diretta della rete interna di trasporto con l’offerta potenziale di Alptransit, si delineano almeno due possibili scenari.

  1. Collegamento con la Stazione di Lamone-Cadempino: implica un potenziamento del trasporto su gomma tra Bioggio (stazione FLP di Molinazzo) e Lamone con un servizio il più capillare e cadenzato possibile dei quartieri industriali e abitativi della piana del Vedeggio.
  2. Collegamento con la Stazione di Lugano tramite la nuova navetta e ascensore Molinazzo-Campo Marzio progetto allo studio nell’ambito della Commissione regionale dei trasporti del Luganese (CRTL): implica la stessa soluzione citata al punto A oppure un’estensione della linea FLP nella piana del Vedeggio fino a Lamone così da costituire una sorta di metrò-tram urbano per tutta l’area urbana del Luganese.

Quest’ultima soluzione avrebbe il pregio di garantire sia i collegamenti interni centripeti che trasversali, sia il collegamento all’Alptransit. Viene pure creata la premessa per un’eventuale integrazione con l’Aeroporto di Agno tramite la FLP (allacciamento ettometrico).

Rispetto ai tempi di Carlo Cattaneo, grazie al lungo e paziente lavoro della CRTL nell’ allestimento del Piano dei trasporti del Luganese, vi sono oggi le premesse per fare in modo che tutta l’area del Luganese possa collegarsi in modo attrattivo all’offerta di Alptransit. Queste premesse per diventare concrete necessitano di enti dinamici e di una forte volontà politica nella ricerca di collaborazioni e sinergie sia sul piano pubblico che privato.

La Città di Lugano ha già fatto il suo sforzo, ora tocca ai Comuni del Basso Malcantone e del Vedeggio riunirsi per diventare un partner forte e credibile con la Città di Lugano. Pure importante è la concertazione a livello pianificatorio sia per quel che concerne gli insediamenti abitativi, sia per le aree industriali, sia nell’ambito dell’offerta di infrastrutture sportive, ricreative e turistiche.

La sfida è grande e le opportunità esistono, dipende solo da noi se diventare attori attivi e dinamici in una posizione geografica centrale anche sul piano europeo oppure se restare passivi o, peggio ancora, se continuare a contrapporre i propri campanili mentre i treni dell’Alptransit sfrecceranno sotto il nostro naso verso altre destinazioni e si fermeranno soltanto per far salire i nuovi emigranti ticinesi.

Gennaio 2005, Daniele Ryser